Columbus in the Bettola main square
la controversia con Genova sui natali del navigatore
Chi si trova nella grande piazza principale di Bettola dedicata a Cristoforo Colombo e vede il monumento del famoso navigatore, può chiedersi i motivi dell'attaccamento da parte della cittadinanza bettolese per questa nota figura storica. La risposta è che, nonostante le proteste da parte genovese, i bettolesi considerano Colombo loro illustre concittadino. Questa vicenda ha creato nel corso degli anni numerose controversie dal momento che da parte ligure si rivendicava l'esclusiva "genovesità" dello scopritore mentre dall'altra si avanzava addirittura l'ipotesi che Cristoforo Colombo fosse nato a Bettola. La problematica questione delle origini dello scopritore si protrae in ogni caso da parecchi anni e probabilmente non potrà mai essere chiarita del tutto, vista la carenza di prove e documenti ufficiali. In effetti è impossibile stabilire con certezza dove sia nato effettivamente Cristoforo Colombo (anche se comunque Bettola rimane l'ipotesi più credibile) ma appare comunque quasi sicuro che la sua famiglia fosse proprio di Bettola, o, per essere più precisi, di Pradello, una località sul versante sinistro della valle. Come si è già avuto modo di constatare nell'introduzione storica a questo territorio, il rapporto tra Bettola e Genova è sempre stato molto forte dal momento che questa località era la sede privilegiata degli scambi commerciali tra i mercanti piacentini, che portavano grano, e quelli genovesi, che portavano olio. Questa arteria commerciale, altrimenti detta "Via di Genova di Val Nure", seguiva in gran parte l'andamento del fiume sino a Farini, quindi risalendo il versante montuoso, giungeva a Centenaro e scendeva dalla parte opposta a Ferriere. Da qui in poi si procedeva per un breve tratto all'incirca sullo stesso tracciato dell'attuale rotabile fino a Selva di Ferriere, dove iniziava l'ascesa verso il passo del Crociglia e verso il successivo passo del Bocco che aprivano la strada verso S. Stefano d'Aveto. La stretta connessione di questo territorio con Genova riveste un'enorme importanza nell'ottica di un evento storico molto importante ovvero l'emigrazione della famiglia di Domenico Colombo, padre di Cristoforo, da Bettola alla Liguria. Con ogni probabilità i Colombo si trasferirono a Genova per sfuggire ai continui saccheggi delle milizie viscontee che alla metà del Quattrocento imperversavano nella zona. Di proprietà della famiglia Colombo erano anche numerosi terreni nei dintorni della frazione di Pradello, terreni che, grazie alla notevole componente ferrosa, erano, e sono tuttora, denominati "terre rosse". Spesso sembra che lo stesso Cristoforo, unitamente al fratello Bartolomeo, aggiungesse alla propria firma la dicitura "de terra rubra" per identificare il luogo di provenienza della sua famiglia. Ad ogni modo attualmente è possibile fare affidamento esclusivamente su documenti indiretti, ovvero sulle testimonianze storiche di chi affermò di essere venuto in contatto con atti ufficiali. Lo stesso Cristoforo Colombo non aiutò molto a risolvere la questione, poichè lasciò dietro di se pochissimi documenti, molti dei quali perduti; in particolare è oscuro proprio il capitolo "italiano" della vita di Colombo, le origini, i natali, gli anni trascorsi a Genova, tanto che non è possibile nemmeno accertare con precisione il suo anno di nascita. Colombo in seguito sembrò quasi voler cancellare questo periodo: trasferitosi in Spagna divenne spagnolo a tutti gli effetti, fino a cambiare il proprio nome in Cristobal Colòn. Forse il navigatore, che morì a Valladolid, intendeva rimuovere, dopo aver raggiunto la notorietà, un passato umile costituito da miseria e stenti. A Pradello ancora oggi esiste una torre medievale che da sempre viene chiamata "Torre dei Colombo". Tradizionalmente viene indicata come dimora dei genitori di Cristoforo o addirittura come la casa natale dello scopritore; storicamente accertato è comunque che sia la torre che i terreni circostanti appartenessero effettivamente al ramo dei Colombo di Pradello. La torre ospita attualmente un piccolo museo di memorie colombiane.
CARNE MACINATA MISTA 3 hg
UNA FETTA DI PROSCIUTTO COTTO
1 UOVO
PAN GRATTATO
PREZZEMOLO
GRANA
SALE PEPE
Mescolare tutti gli ingredienti.
Se l’impasto risultasse troppo duro, aggiungervi del latte freddo.
Formare delle palline con parte dell’impasto, schiacciarle leggermente
per formare le polpette ed infine, impanarle.
Cuocere le polpette in olio ben caldo salandole e pepandole leggermente
in superficie